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Buona la campagna siciliana di arance bionde e rosse tardive

“La Cooperativa Il Girasole è tra le poche aziende agrumicole ad essere ancora in lavorazione per questa stagione, con l’offerta di arance bionde tardive quali Valencia Late e Ovale Calabrese. Inoltre, con un pizzico di orgoglio pensiamo di essere gli unici – e per tutto il mese di maggio – a commercializzare ancora arance Tarocco delle varietà Meli e Sant’Alfio. La fortuna ci ha aiutato, in tal senso, perché la maggior parte delle nostre produzioni ricade in areali a vocazione tardiva. Circostanza che ci permette di compensare i danni enormi subiti a febbraio sulle varietà Sciara, Gallo e Scirè, mature e ottime nel medio periodo della stagione agrumicola”. A dichiararlo a FreshPlaza è Giovanni Scavo, responsabile commerciale de Il Girasole Soc. Coop. 

In foto, Giovanni Scavo e Serena Scavo, settore commerciale de Il Girasole Soc. Coop.  

“La bontà delle varietà tardive di Tarocco è sempre più premiata dai consumatori italiani e, come più volte da me ribadito, dimostra che l’arancia Tarocco è non solo un agrume invernale ma anche un frutto fresco ed energizzante da consumare e apprezzare anche a primavera inoltrata. In modo particolare quest’anno, la richiesta è di gran lunga maggiore rispetto ad altra frutta normalmente più presente in primavera, come per esempio meloni, albicocche, ciliegie. Inoltre, a causa del clima freddo e piovoso, è resa ancora poco appetibile e limitata nell’offerta”.

Dal punto di vista agronomico, solo nell’ultimo mese le piogge che hanno colpito la Sicilia orientale sono state nettamente superiori rispetto a quelle registrate in tutto l’inverno appena trascorso.

“Piogge sicuramente preziose ai fini del risparmio delle risorse idriche da impiegare nei mesi più torridi. Sul piano della produzione agrumicola, il maltempo potrebbe portare con sé piccoli danni quali fitopatie causate da afidi e/o microrganismi (virus, batteri, muffe), in ogni caso facilmente curabili intervenendo per tempo. Anche la fioritura sembra essere molto abbondante e promette bene per lo sviluppo dei frutti per la prossima campagna. Tuttavia, non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda le produzioni di drupacee e pomacee che hanno già superato la fase di fioritura e sono nel pieno sviluppo dei frutti, che inevitabilmente presenteranno evidenti danni”.

“Importante ribadire che tutte le fasi pre e post-raccolta dei frutti a marchio Il Girasole sono seguite da uno staff di professionisti agronomi ed eseguite nel rispetto dei disciplinari di produzione che ci consentono di disporre di tutte le certificazioni (GlobalGAP, IFS, BRC, IGP, ecc) richieste dalla GDO, con cui cerchiamo di instaurare nuovi e più solidi rapporti”.

“Nell’ultimo anno abbiamo portato a termine – conclude Giovanni Scavo – diversi investimenti e innovazioni. In primo luogo, la transizione 4.0 che ci permette – tramite un nuovo software gestionale – di interconnettere tutti i macchinari e controllarli da remoto; la dotazione di impianti a ozono per tutte le celle frigorifere, al fine di sanificare i frutti e prolungarne la durata post-raccolta e infine la creazione di un’e-commerce già attivo, per soddisfare le richieste di tutti i consumatori”.

La storia aziendale:
La Cooperativa Il Girasole è una realtà siciliana in crescita situata alle pendici dell’Etna, nella Zona A.S.I. (Area Sviluppo Industriale) di Paternò, su una superficie coperta di circa 3.500 mq, oltre a celle frigorifere che consentono lo stoccaggio di circa 600 tonnellate e la rotazione di ulteriori 300 tonnellate di prodotto. La cooperativa può contare su 500 ettari di agrumeti, coltivati con varietà precoci, medie e tardive, e ricadenti negli areali di produzione dell’arancia rossa di Sicilia IGP. Le principali sono navel, tarocco, moro e sanguinello, i limoni, le clementine nova e il mandarino Tardivo di Ciaculli. Per quanto riguarda la frutta estiva, figurano pesche, nettarine e pere coscia. Ulteriori 100 ettari di superficie insistono su coltivazioni di: drupacee (pesche/nettarine) nei territori situati tra le province di Caltanissetta e Agrigento, e pere coscia coltivate tra Bronte e Maniace.


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